L'Etna, maestoso vulcano situato nella Sicilia orientale, non è solo un'icona geologica e paesaggistica, ma anche una terra ricca di storia, cultura e tradizioni enogastronomiche che negli ultimi anni è riuscita a guadagnarsi uno spazio importante nel mondo della viticoltura e dell’enologia di qualità. Carricante, Catarratto, Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio sono i protagonisti di questa storia insieme ad una manciata di varietà reliquia o internazionali: esposizione al sole, vicinanza al mare, altitudine e diversità di suoli e colate laviche caratterizzano i versanti e le contrade del vulcano attivo più alto d’Europa.
Eruzione vista da Tenuta di Messina, Foto di Salvo Ognibene
In tante parti del mondo l’esposizione a Nord costituisce uno svantaggio, qui, sul vulcano attivo più alto d’Europa, non lo è. È il versante che ospita il maggior numero di produttori della DOC, da Piedimonte fino alle porte di Randazzo: caratterizzato da un clima relativamente rigido, non troppo umido e dove le piogge annue sono nella media. Qui il clima è influenzato dalle correnti che salgono dallo Ionio e raggiungono gli ambienti attraverso il fiume Alcantara creando un microclima più adatto alla maturazione del Nerello Mascalese. A est i Monti Peloritani, a ovest la catena montuosa dei Nebrodi e la presenza del Fiume Alcantara caratterizzano questo versante: l’uva predominante è il Nerello Mascalese ma nell'ultimo decennio sono cresciuti gli ettari di Carricante. I vini rossi (in alcuni blend si utilizza una piccola percentuale di Nerello Cappuccio) mostrano struttura, freschezza e buona longevità, i bianchi invece (spesso con percentuali di Catarratto) si caratterizzano per verticalità e profumi tenui. E’ il versante dove la denominazione si estende dai 500 agli 800 m s.l.m. e con una notevole escursione termica.
FOTO SALVO OGNIBENE